Il Foglio

Meno balletti più idee: Conte e la maggioranza decidano cosa vogliono fare da grandi

DAVID ALLEGRANTI
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Il Parlamento è la grande cabina di regia che già abbiamo per prendere le scelte sul nostro futuro, ma il suo ruolo è svilito ogni giorno.

Che ne pensi del caos nel governo? Renzi bluffa o ci sarà davvero la crisi?

Non parlerei di bluff, anche se qualche eccesso di tatticismo non manca. Non è una partita a poker. Renzi, e non solo lui, pone temi politici. Si può essere d’accordo o meno sui singoli punti che pone, ma mi pare evidente che ci sia bisogno di un chiarimento politico su cosa questa maggioranza voglia fare di qui alla fine della legislatura. È un tema che ha posto con chiarezza in Senato anche il capogruppo del Pd Andrea Marcucci. Il Conte bis è nato per uscire da una crisi politica, poi sono arrivate una crisi pandemica e una economica, dobbiamo mettere a fuoco idee e strumenti per dare risposte al Paese.

Conte, al netto di tutto, può restare a fare il presidente del consiglio?

Dipenderà da come svolgerà il suo ruolo politico. Dovrebbe essere lui il motore di un chiarimento, profondo e trasparente, sulla missione del governo. Conte ha fatto debiti per quota 100, quando era sbagliato farli, e poi ha fatto debiti per la pandemia, quando era giusto farli. È stato presidente del governo più anti-europeista della storia repubblicana e poi ha partecipato da protagonista a una stagione che può regalarci un’Europa politica, salvo non usare il Mes per ragioni ideologiche più che di merito. Ha bloccato le navi delle Ong con Salvini, salvo poi cambiare politica (ahimè, solo in parte) e scaricare le colpe di quella precedente solo su Salvini. Ora non è il momento di un altro giro di giostra, magari creando qualche commissione di manager su cui scaricare le colpe se le cose non dovessero funzionare. È il momento della responsabilità e delle scelte. Se riesce a farlo questa maggioranza bene, sennò si pensi a come allargarla e utilizzare personalità di statura internazionale che non mancano.

L’alleanza con il M5s è diventata un problema?

Nel 2016 c’è stato un referendum, ha vinto il No e come previsto l’Italia è scivolata verso un quadro proporzionale e frammentato. C’è poco da meravigliarsi. Dobbiamo tenerci i governi di coalizione tra forze molto diverse tra loro e provare a farli funzionare. Poi, tutti i partiti hanno i loro problemi di tenuta interna, il M5s non fa eccezione. Ma io preferisco guardare a casa mia. Il Partito democratico dica con forza e chiarezza quali sono le sue priorità per l’Italia e fino a che punto è disposto a stare in un governo di coalizione se quelle priorità non vedono la luce presto e bene.

Perdona il populismo, ma: 846 morti e il governo parla di cabine di regia?

La situazione resta drammatica e proprio per questo l’emergenza va governata, non rincorsa. Non può diventare un alibi per non parlare di futuro, quasi avessimo paura di mettere in campo le idee. Anche le strutture ad hoc per gestire i fondi europei possono servire, ma a patto che sia chiaro dove stanno le responsabilità. Le scelte politiche sono responsabilità della politica. La maggioranza dica al Paese cosa ha funzionato e cosa meno, e cosa intende fare nei prossimi anni. Per poi scegliere, in maniera trasparente e coerente, le strutture e le persone per rendere concrete quelle scelte. Non serve nessun Piano con la P maiuscola o nessuna cabina di regia per spendere i soldi europei: serve un governo che funzioni, servono idee e ministri capaci di portarle a terra, attraverso il dialogo sociale e il controllo quotidiano della burocrazia. Tutto il resto è solo un’arma di distrazione di massa.

 

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