La Repubblica

Accordo Pd-5Stelle, Nannicini: “Subito congresso, non si fermano Salvini e Meloni se succubi dei populisti”

ALBERTO CUSTADERO
Democrazia/#partito democratico

Il Senatore dem chiede una consultazione con gli elettori per verificare due tesi contrapposte: una a favore di una alleanza organica con i 5Stelle, l’altra più autonomista.

 

“Non fermeremo Meloni e Salvini con ammucchiate per governare, li fermeremo se faremo una battaglia delle idee a viso aperto, senza essere succubi dei populisti”. Tommaso Nannicini, senatore dem, è fra i critici della linea del Pd che è a favore di una alleanza con il M5s. “Io penso che tutto il Pd si debba svegliare per far emergere la nostra linea e le nostra priorità. Questa idea che dobbiamo stare al governo a tutti i costi, al di là di quello che il governo fa, la trovo datata, un retaggio dell’era anti-berlusconiana. Se facciamo scelte sbagliate, vuol dire farle pagare a caro prezzo al Paese per decenni”.

Senatore Tommaso Nannicini, dicono che lei sia un ‘malpancista’ rispetto all’accordo Pd-M5S.

“Più che di mal di pancia parlerei di orgoglio Pd”.

In che senso?

“Continuo a pensare che il Pd immaginato da Veltroni come casa di tutti i riformisti sia un progetto da aggiornare ma che parla ancora al Paese. Questo però si può fare se non ci schiacciamo sui 5Stelle, che continuano a essere un’altra cosa rispetto, appunto, al centrosinistra riformista”.

In sostanza, cosa critica al segretario dem Zingaretti?

“Io non accetto che si ponga l’alternativa: o ci schiacciamo sui 5Stelle o governano Meloni e Salvini”.

Dopo le critiche, le proposte: qual è la sua?

“La mia alternativa è costruire un Pd forte della sua identità e poi dopo magari può allearsi con altre forze. Stiamo andando verso il proporzionale, non si capisce da dove nasca questa ossessione di fare alleanze organiche o incoronare leader esterni al Pd. Qualcuno si vergogna del nostro partito?”.

Pare di capire che lei accusi l’attuale Pd di essere subalterno all’alleato di governo grillino, è così?

“Al momento è così. Secondo me dovremmo essere più forti nell’indicare le priorità del Pd. A volte sembra un po’ che noi siamo la ragioneria generale dei 5Stelle”.

Si spieghi.

“Loro dettano la linea poltica, noi mettiamo conti in ordine. Mentre la linea politica dovrebbe arrivare anche da noi”.

Ma può fare degli esempi concreti?

“I decreti Salvini nessuno li ha cancellati. Il Mes nessuno lo sta usando. La riforma della prescrizione è ancora lì. Non c’è una visione nuova sul lavoro né sulla crescita, mentre si continua a rincorrere i bonus a pioggia. E’ su questi temi che il Pd dovrebbe farsi sentire. Ma al momento fa fatica. Senza contare che l’attuale gruppo dirigente dem è stato letto un’era politica fa”.

Quale ‘era’?

“Gli attuali gruppi dirigenti del Pd sono stati eletti da un congresso in cui tutte le mozioni dicevano ‘mai con i 5Stelle’. E’ vero che è cambiato il mondo ma sarebbe il caso di consultare iscritti ed elettori con un congresso vero o con un referendum per chiedere loro quali siano le priorità del Pd al governo. E se l’alleanza coi 5Stelle debba essere strategica o per mera necessità. Mi auguro che il congresso non faccia paura per il fatto che vengono messi in discussione gli equilibri tra gruppi dirigenti. Dopo le regionali serve una consultazione fra tesi contrapposte”.

Quali tesi?

“E’ chiaro che all’interno del Pd c’è una parte che spinge per un’alleanza organica con i 5Stelle. E un’altra, invece, più autonomista, che rivendica con orgoglio un’azione politica più autonoma del Pd come alternativa a tutti i populismi. Si tratta di una spaccatura trasversale ai vecchi assetti e alle vecchie correnti, ed è giusto che emerga, così come è giusto che l’ultima parola spetti ai nostri iscritti ed elettori con una consultazione vera e aperta”.

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