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Europa, investimenti e periferie

Tommaso Nannicini
Democrazia/#politica

Che le periferie votino sempre meno a sinistra è una tendenza storica che si registra ormai da anni in molti paesi. Come fa notare Piketty nel suo studio “Brahmin Left vs Merchant Right”, il riallineamento del sistema partitico tra globalisti e sovranisti ha allontanato sempre di più le classi meno abbienti e gli elettori con un minor livello di educazione dalle forze storicamente progressiste. Una tendenza che riguarda anche l’Italia, non è nata negli ultimi anni e non se ne andrà con una bacchetta magica.

Che fare? Intanto, far sentire la propria presenza in quei luoghi troppe volte trascurati. Dando vita a progetti per la comunità e incubatori di impegno civico che costruiscano il consenso con la forza dell’esempio, offrendo soluzioni anche circoscritte ma in grado di parlare alla vita delle persone. I primi socialisti avevano consenso tra gli operai non perché la sera leggevano loro “Il Capitale” di Marx, ma perché con loro e per loro prendevano le botte davanti ai cancelli delle fabbriche in sciopero.

Alla fase di ascolto e di vicinanza, poi, devono seguire risposte concrete che non possono che giungere dalle politiche pubbliche: nei quattro anni dei governi Renzi e Gentiloni abbiamo introdotto il Reddito d’inclusione, colmando un vuoto che ci rendeva l’unico paese dell’Ue insieme alla Grecia a non prevedere alcun reddito di ultima istanza. Non solo: abbiamo dato vita a un Bando Periferie con 4 miliardi complessivi stanziati per la riqualificazione di 120 periferie italiane.

Basta? Ovviamente no: tocca all’Europa, su spinta del Pse, dare risposte efficaci. Perché, per tornare a Piketty, senza una solida piattaforma internazionalista sarà difficile se non impossibile per una forza progressista riconquistare il suo elettorato storico. Gli stati nazionali, piaccia o no, hanno strumenti spuntati rispetto alle nuove domande di protezione che nascono nelle nostre società.

Da dove devono ripartire, allora, i socialisti? Da mutualismo e internazionalismo. Ossia da dove tutto è iniziato.

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