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Pensioni, riconoscere i diritti dei lavoratori albanesi in Italia

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Un emendamento che riguarda il riconoscimento del diritto pensionistico per gli albanesi d’Italia, persone con cittadinanza albanese o doppia cittadinanza, che vivono e lavorano in Italia da molti anni.
Qui si inserisce la proposta di Nannicini, che ha studiato i dati dell’Inps, ha verificato come l’Italia abbia sottoscritto molte altre convenzioni con paesi extra-UE, e ha formulato un emendamento per rendere possibile una convenzione anche con l’Albania.

Che cosa prevede il suo emendamento Senatore Nannicini?
«L’emendamento prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro per la firma di una convenzione bilaterale Italia-Albania. La comunità degli albanesi d’Italia è di più di 600.000 persone, che versano contributi a partire dagli Anni Novanta, spesso avendone versati per anni anche in Albania prima di emigrare.
Ciò che manca però è un accordo tra i due Stati, che faccia sì che ognuno riconosca i contributi versati nell’altro e che i contributi si possano unire per dare il diritto di pensione agli albanesi in Italia. Naturalmente la convenzione riconoscerebbe i diritti pensionistici anche agli italiani che lavorano in Albania, un numero in crescita e che in proporzione alla popolazione arriva a essere quasi uguale a quello degli albanesi in Italia».

A che punto siamo nell’iter riguardante l’emendamento?
«L’emendamento ha passato il vaglio della Commissione Bilancio, che verifica le coperture finanziarie per ogni proposta. Perciò il budget di copertura c’è. In Commissione Lavoro però la maggioranza 5Stelle-Lega ha votato contro l’emendamento.
Ma non rinunciamo, anzi chiediamo alla maggioranza di cambiare orientamento e votare a favore dell’emendamento in aula, dove l’ho già ripresentato. La discussione del provvedimento da questa mattina è in aula al Senato e in pochi giorni dovrebbe esaurirsi con la votazione di tutti gli emendamenti e il voto finale sull’intero provvedimento.
Sto lavorando per convincere il Governo e il Parlamento della bontà di questo provvedimento. Qualora non riuscissimo la nostra battaglia non si esaurisce qui, continueremo nell’altro ramo del parlamento e continueremo ad interloquire con il Governo affinché si arrivi ad una risoluzione positiva della vicenda».

Può la comunità albanese mobilitarsi in qualche modo a sostegno della sua iniziativa?
«Io credo di sì. A questo punto un sostegno forte della comunità albanese potrebbe aiutare a cambiare le cose. Le associazioni e gli individui impegnati sul fronte dei diritti della propria comunità potrebbero chiedere in queste ore ai Senatori di tutti gli schieramenti, ed in particolare a quelli di Movimento 5 Stelle e Lega, di votare l’emendamento 26.0.7 di T.Nannicini, rendendo chiaro alla maggioranza attuale che questo è un provvedimento non solo giusto ma dovuto agli albanesi d’Italia, per i sacrifici, il duro lavoro, l’impegno di cittadinanza dimostrato da quel lontano inizio degli Anni Novanta in cui noi italiani ci accorgemmo di loro attraverso gli schermi televisivi.
Oggi quasi tutti abbiamo conoscenti, compagni di scuola, amici albanesi. Ci piace Ermal Meta, gli artisti contemporanei, scegliamo l’Albania per le nostre vacanze. Ma dobbiamo ricordarci che la stragrande maggioranza degli albanesi d’Italia ha passato gli ultimi trent’anni a lavorare in cantieri e fabbriche, contribuendo alla crescita dell’Italia al fianco degli italiani. Non possiamo trattarli come cittadini di serie B, è anche questa una battaglia di civiltà».

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